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Ci vuole intelligenza!

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L'intelligenza artificiale è sulla bocca di tutti,  ed ha scatenato amore ed odio allo stesso tempo. Anche nell'ambito dell'insegnamento, l'intelligenza artificiale ha creato, oltre che curiosità, anche dei timori. Certo, gli sviluppi di questa tecnologia non si possono prevedere con certezza, e qualche timore può essere fondato, ma i vantaggi sono innegabili;  pur non essendo assolutamente degli esperti, vorremmo fornire un esempio tratto dalla nostra quotidianità di insegnanti. Di recente, una studentessa straniera di livello B2, che occupa una posizione di rilievo all'interno di un'azienda multinazionale, ha usato l'intelligenza artificiale in modo "creativo": dovendo scrivere un'e-mail importante ad un ufficio legale, l'ha scritta prima da sola, e poi ha chiesto a ChatGPT di renderla "più formale". Il risultato l'ha soddisfatta molto, e l'ufficio legale ha apprezzato la comunicazione. Analizzando insieme questo fatto, ...

Il metodo di studio: questione di personalità

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  Chi ascolta una buona orchestra, percepisce un suono armonioso e forse non pensa al fatto che sia composta da elementi completamente diversi, non solo per gli strumenti ma soprattutto  per la personalità dei musicisti.  Qualunque sia stato il percorso di studio,  ognuno ha  imparato e perfezionato  il modo giusto di esprimersi.  Se applichiamo questa riflessione allo studio delle lingue, ci viene in mente il  "metodo di studio", un concetto che a volte può venire confuso con una specie di formula magica universale, in grado di risolvere i problemi di tutti e far ottenere a tutti i risultati voluti.  E' evidente che studiare una lingua (o qualsiasi altra cosa) implichi dedizione, disciplina, e se vogliamo, un "metodo"; tuttavia,  benché aspiriamo tutti ad ottenere buoni risultati, la strada per arrivarci non è necessariamente la stessa per ognuno di noi. Chi insegna ha visto nel suo lavoro diversi tipi di studente; per semplificare, pot...

Come scusi? Non ho capito!

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Chissà quante volte abbiamo detto o sentito questa frase; oggi è lo spunto per fare qualche riflessione sulla pronuncia nello studio delle lingue straniere.  Va da sé che l'obiettivo non  può essere quello di riprodurre perfettamente la pronuncia dei madrelingua, cosa che non solo in generale non è necessaria, ma spesso è del tutto irrealistica 😁 ; tuttavia, la pronuncia deve essere chiara, altrimenti si rischiano fraintendimenti e imbarazzo fra gli interlocutori.  Ogni insegnante di italiano per stranieri sa che bisogna essere severi nel correggere la pronuncia degli studenti quando la parola può dare luogo ad ambiguità. Un esempio classico, e molto banale, è quello dei numeri 6, 7, 60, 70 , anche combinati fra di loro:  può sembrare incredibile, ma per uno straniero la pronuncia di queste cifre viene confusa di frequente, dando luogo a malintesi ( o ad appuntamenti mancati😂).  La pronuncia chiara è una condizione indispensabile quando si parla al telefono. O...

Lettere d'amore: Come la festa di San Valentino può diventare un' attività comunicativa

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Cosa ci può essere di più comunicativo dell'espressione di un sentimento sincero, simboleggiata dalla festa di San Valentino? Per noi che ci occupiamo di comunicazione in una lingua straniera, la festa degli innamorati può dare lo spunto per creare  nuove attività orali in classe, con risultati a volte sorprendenti. Immaginiamo ad esempio un gruppo di studenti di diverse nazionalità ed età, ed anche di livello non del tutto omogeneo.  Può capitare che non tutti contribuiscano attivamente alle attività orali proposte a lezione, per diverse ragioni: in classe ci possono essere studenti dominanti, che lasciano poco spazio agli altri; alcuni possono avere bisogno di più tempo per organizzare un discorso  e quindi preferiscono lasciar parlare gli altri e limitarsi ad ascoltare. L'obiettivo sarà dunque quello di fornire a tutti i partecipanti la stessa base di partenza e dargli anche il tempo necessario per prepararsi a parlare. Chiamiamo quest'attività : "Lettere d'amor...

Correggere o non correggere? Questo è il problema!

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Sembrerebbe un falso problema: se qualcuno fa un errore, bisogna correggerlo, e basta. Eppure, quando si considera che in una lezione o corso di lingue l'obiettivo primario è quello di favorire la comunicazione, questa affermazione diventa un po' meno assoluta, o perlomeno, lascia spazio a qualche legittimo dubbio. La correzione potrebbe essere vista un po' come una punizione, e quindi inibire gli studenti dall'esprimersi liberamente; d'altra parte, non sarebbe sensato evitare di fare correzioni, non solo perché non aiuterebbe gli studenti a prendere consapevolezza delle regole, ma anche perché la mancanza di una correzione potrebbe essere interpretata come mancanza di interesse da parte dell'insegnante verso le necessità o addirittura i progressi degli studenti.  E allora, che fare? Possiamo partire dalla considerazione che gli errori non sono tutti uguali, e non avvengono sempre nel medesimo contesto.   Poniamo il caso di un'attività di comunicazione liber...

Il giusto equilibrio fra umiltà e consapevolezza di sé

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  Vi chiederete:  Ma cosa c'entra lo yoga con lo studio delle lingue?! Ho spesso pensato che, per chi non l'ha mai praticato, lo yoga possa sembrare una disciplina per pochi eletti, con innate capacità acrobatiche. In realtà, può farlo chiunque, e trarne benefici ad ogni età, basta che pratichi gli esercizi adatti con una guida esperta ed empatica. Ecco, qui io vedo un parallelismo con lo studio delle lingue: uno studente con una personalità competitiva, sicuro di sé ed abituato ad avere successo nella vita professionale ( e non!),  si aspetta di brillare  anche nello studio di una lingua straniera, e può scoraggiarsi facilmente se  i risultati non arrivano automaticamente. Al contrario, una personalità più timida ed insicura tende a non avere fiducia nelle sue capacità di esprimersi efficacemente in un'altra lingua, anche  se in realtà ne è perfettamente in grado. Come ci insegna lo yoga, l'equilibrio è il frutto dell'unione fra umiltà nell'apprendere e gi...

Hai dubbi su come si scrive? Non c'è niente di male a chiedere!

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L'italiano è una lingua fonetica; semplificando le cose, si può dire che si scrive come si pronuncia. Per questo, almeno in teoria, scrivere in italiano risulta facile, soprattutto se lo paragoniamo a lingue come l'inglese o il francese. Eppure, chi studia la lingua italiana molto spesso si trova davanti ad una grande difficoltà: lettere semplici o doppie? Anche pronunciando la parola distintamente, nella maggior parte dei casi lo studente straniero dice all'insegnante che non riesce realmente a sentire se la lettera è semplice o doppia, e se scrive bene la parola è perché nel tempo l'ha memorizzata. Be', memorizzare ogni parola è uno sforzo che credo nessun insegnante sia disposto ad infliggere ad uno studente!😁 Come sempre, non esistono regole per ogni cosa, però ce n'è qualcuna, ben nota agli insegnanti, che vale la pena di puntualizzare perché aiuta quanto meno a limitare gli errori. Per quanto riguarda le consonanti, ad esempio, si può far notare che sono ...