Come scusi? Non ho capito!


Chissà quante volte abbiamo detto o sentito questa frase; oggi è lo spunto per fare qualche riflessione sulla pronuncia nello studio delle lingue straniere.  Va da sé che l'obiettivo non  può essere quello di riprodurre perfettamente la pronuncia dei madrelingua, cosa che non solo in generale non è necessaria, ma spesso è del tutto irrealistica 😁 ; tuttavia, la pronuncia deve essere chiara, altrimenti si rischiano fraintendimenti e imbarazzo fra gli interlocutori. 

Ogni insegnante di italiano per stranieri sa che bisogna essere severi nel correggere la pronuncia degli studenti quando la parola può dare luogo ad ambiguità. Un esempio classico, e molto banale, è quello dei numeri 6, 7, 60, 70 , anche combinati fra di loro:  può sembrare incredibile, ma per uno straniero la pronuncia di queste cifre viene confusa di frequente, dando luogo a malintesi ( o ad appuntamenti mancati😂). 

La pronuncia chiara è una condizione indispensabile quando si parla al telefono. Oggigiorno, soprattutto nei servizi di assistenza ai clienti, non è raro comunicare con persone che non sono di madrelingua italiana: il fatto di non poter vedere in faccia l'interlocutore e non potersi aiutare con il  linguaggio del corpo rende essenziale la chiarezza della pronuncia, almeno in alcune parole chiave. Molto di recente, ho  passato un paio di minuti di grande confusione semplicemente perché dalla pronuncia dell'operatore avevo capito "Quando ha pagato?", mentre quello che voleva chiedere era "Quanto ha pagato?" : due domande molto pertinenti entrambe, ma molto diverse!

In ogni lingua esistono sottili differenze di pronuncia che cambiano il significato di determinate parole, pertanto bisogna esserne consapevoli per progredire nello studio.  Parlare con un accento straniero non crea problemi; confondere la pronuncia purtroppo a volte sì!


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