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Correggere o non correggere? Questo è il problema!

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Sembrerebbe un falso problema: se qualcuno fa un errore, bisogna correggerlo, e basta. Eppure, quando si considera che in una lezione o corso di lingue l'obiettivo primario è quello di favorire la comunicazione, questa affermazione diventa un po' meno assoluta, o perlomeno, lascia spazio a qualche legittimo dubbio. La correzione potrebbe essere vista un po' come una punizione, e quindi inibire gli studenti dall'esprimersi liberamente; d'altra parte, non sarebbe sensato evitare di fare correzioni, non solo perché non aiuterebbe gli studenti a prendere consapevolezza delle regole, ma anche perché la mancanza di una correzione potrebbe essere interpretata come mancanza di interesse da parte dell'insegnante verso le necessità o addirittura i progressi degli studenti.  E allora, che fare? Possiamo partire dalla considerazione che gli errori non sono tutti uguali, e non avvengono sempre nel medesimo contesto.   Poniamo il caso di un'attività di comunicazione liber...

Il giusto equilibrio fra umiltà e consapevolezza di sé

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  Vi chiederete:  Ma cosa c'entra lo yoga con lo studio delle lingue?! Ho spesso pensato che, per chi non l'ha mai praticato, lo yoga possa sembrare una disciplina per pochi eletti, con innate capacità acrobatiche. In realtà, può farlo chiunque, e trarne benefici ad ogni età, basta che pratichi gli esercizi adatti con una guida esperta ed empatica. Ecco, qui io vedo un parallelismo con lo studio delle lingue: uno studente con una personalità competitiva, sicuro di sé ed abituato ad avere successo nella vita professionale ( e non!),  si aspetta di brillare  anche nello studio di una lingua straniera, e può scoraggiarsi facilmente se  i risultati non arrivano automaticamente. Al contrario, una personalità più timida ed insicura tende a non avere fiducia nelle sue capacità di esprimersi efficacemente in un'altra lingua, anche  se in realtà ne è perfettamente in grado. Come ci insegna lo yoga, l'equilibrio è il frutto dell'unione fra umiltà nell'apprendere e gi...

Hai dubbi su come si scrive? Non c'è niente di male a chiedere!

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L'italiano è una lingua fonetica; semplificando le cose, si può dire che si scrive come si pronuncia. Per questo, almeno in teoria, scrivere in italiano risulta facile, soprattutto se lo paragoniamo a lingue come l'inglese o il francese. Eppure, chi studia la lingua italiana molto spesso si trova davanti ad una grande difficoltà: lettere semplici o doppie? Anche pronunciando la parola distintamente, nella maggior parte dei casi lo studente straniero dice all'insegnante che non riesce realmente a sentire se la lettera è semplice o doppia, e se scrive bene la parola è perché nel tempo l'ha memorizzata. Be', memorizzare ogni parola è uno sforzo che credo nessun insegnante sia disposto ad infliggere ad uno studente!😁 Come sempre, non esistono regole per ogni cosa, però ce n'è qualcuna, ben nota agli insegnanti, che vale la pena di puntualizzare perché aiuta quanto meno a limitare gli errori. Per quanto riguarda le consonanti, ad esempio, si può far notare che sono ...

Quanti doni ci porta il Natale!

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Il Natale è una festa di pace e di gioia, ed ha molti significati spirituali per ognuno di noi; però siamo insegnanti di italiano per stranieri ed allora, in modo molto prosaico, ci soffermiamo anche sulle grandi opportunità che il Natale offre alle nostre lezioni!😁 Innanzitutto,  spunti di scambio culturale: ogni Paese ha le sue tradizioni di Natale, tutte sorprendentemente diverse, che si prestano bene  alla pratica orale in classe, e, in modo forse meno immediato ma pur sempre efficace, alla pratica guidata dei connettivi : invece, mentre, quando, perciò, eccetera, pensiamo per esempio a frasi come: "Noi festeggiamo la Vigilia di Natale, mentre voi fate il pranzo del 25".  Per non parlare della cucina e dei relativi menù delle feste: una ghiotta occasione (è il caso di dirlo!) per l'ampliamento del vocabolario e lo studio di aggettivi e preposizioni :  " cappone ripieno", " tortellini in brodo", e chi più ne ha più ne metta! Ma il Natale è il perio...

Lo diceva Einstein...

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Lo diceva Einstein: " Follia è fare le stesse cose e aspettarsi risultati diversi ". Penso che possa essere una definizione calzante anche degli errori ricorrenti, quelli che poi si radicano ed è estremamente difficile correggere. D'altra parte, tutti noi siamo soggetti ai cosiddetti "inganni della mente": il nostro stesso cervello tende ad adattare la realtà delle cose a quello che si è prefigurato, in modo da non creare discordanze che possano disturbarlo troppo, e pazienza se si tratta di un errore! Senza voler entrare nello specifico scientifico (anche perché questa non è di certo la sede 😁), mi pongo una questione più pratica, da applicare alla quotidianità dell'insegnamento della lingua straniera agli adulti: Come si può contrastare la tendenza  a commettere errori ricorrenti? Come sradicare errori che sono diventati degli automatismi? E' chiaro che ci vorrà molto tempo e molto impegno, quindi bisognerà concentrarsi sugli errori che davvero impedi...

Scrivere a mano è un'altra cosa!

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Solo una piccola osservazione: se questo avviso fosse stato scritto a mano, di certo avrebbero evitato  l'errore di ortografia nella parola "disagio"! Scrivere a mano ci permette di concentrarci meglio e di memorizzare ciò che scriviamo, teniamolo presente!😃😉

"Sei tu l'insegnante!"

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Non vi è mai capitato? Avete uno studente non troppo comunicativo, apparentemente un po' svogliato,  e, da bravi insegnanti,  vi chiedete se il programma o il materiale delle lezioni non risponda correttamente alle sue esigenze particolari. Allora cercate di indagare con qualche domanda di prammatica del tipo:  " C'è qualcosa in particolare che vorresti approfondire?", oppure : " Che cosa ritieni più utile per il tuo corso?".  A questo punto, invece di ricevere delle proposte, lo studente rimanda la palla da voi con un classico : " Sei tu l'insegnante!" Non illudetevi, non vi ha lasciato carta bianca.   Prova ne è che, molto spesso, non solo non cambia atteggiamento ma non completa neanche le attività che con tanto sforzo continuate a proporre. E allora? Gettate la spugna o cercate di scavare sotto la superficie? Siamo insegnanti, ovviamente non getteremo mai la spugna! Però forse è il caso di chiedersi se la "pigrizia" di uno student...