Lo diceva Einstein...


Lo diceva Einstein: " Follia è fare le stesse cose e aspettarsi risultati diversi ". Penso che possa essere una definizione calzante anche degli errori ricorrenti, quelli che poi si radicano ed è estremamente difficile correggere. D'altra parte, tutti noi siamo soggetti ai cosiddetti "inganni della mente": il nostro stesso cervello tende ad adattare la realtà delle cose a quello che si è prefigurato, in modo da non creare discordanze che possano disturbarlo troppo, e pazienza se si tratta di un errore!

Senza voler entrare nello specifico scientifico (anche perché questa non è di certo la sede 😁), mi pongo una questione più pratica, da applicare alla quotidianità dell'insegnamento della lingua straniera agli adulti: Come si può contrastare la tendenza  a commettere errori ricorrenti? Come sradicare errori che sono diventati degli automatismi?

E' chiaro che ci vorrà molto tempo e molto impegno, quindi bisognerà concentrarsi sugli errori che davvero impediscono una comunicazione fluida ed efficace. 
Il punto di partenza sarà individuare l'origine dell'errore; se nella lingua madre del discente non esiste un equivalente della struttura grammaticale italiana, ad esempio, questa risulterà  più ostica da acquisire e consolidare (il contrasto passato prossimo- imperfetto, tanto per fare un esempio).  
Fatto questo, bisognerà praticare le forme corrette con degli esercizi efficaci. A volte sarà necessario procedere per tentativi, anche  perché potremo incontrare  una certa resistenza a cambiare le pratiche consolidate, e provare qualcosa di nuovo.  
Una volta trovati gli esercizi che funzionano, dovremo resistere alla tentazione di pensare che il problema è ormai risolto: un test superato non significa necessariamente che gli errori non verranno commessi mai più !😂  Perciò, armiamoci di pazienza e monitoriamo costantemente la situazione, intervenendo secondo necessità con ulteriori verifiche, oppure con una bella revisione. 

L'apprendimento è un gioco di squadra e di fiducia: lo studente  deve affidarsi all'insegnante come esperto che può aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi, mentre  l'insegnante deve ascoltare lo studente senza giudicarlo per capire dove sbaglia e come rimediare.  Infatti, non c'è niente di più frustrante e demotivante  per chi studia che vedere che dopo tanto tempo si commettono ancora gli stessi vecchi errori e  per chi insegna,  constatare che gli sforzi fatti non hanno portato frutto.  
 
Inutile dire che il successo non è assicurato, ma non credete che valga la pena di tentare?

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